Ciò che mangiamo influisce su come ci sentiamo? Il nostro umore in un determinato momento può influenzare come e cosa scegliamo di mangiare o di bere? La risposta ad entrambi è sicuramente sì. Cibo e atmosfera sono sempre stati compagni stretti, e viaggiano insieme in molti modi diversi.
Proviamo anche a pensare a come parliamo. Ci sono modi di descrivere le persone che rappresentano bene alcuni dei maggiori alimenti e componenti della nostra tavola. Ritroviamo le persone “vaniglia”, ovvero quelle che potrebbe essere considerate “blande”, oppure “peperoncino” per le persone “piccanti”, quelle “salate” e quelle “insipide”.
Diversi studi hanno mostrato i molti collegamenti tra il consumo di aromi dolci e comportamenti pro-sociali come la generosità con il tempo, la gradevolezza e la valutazione degli altri come più attraenti.
È vero anche il contrario: il nostro umore può influenzare la nostra percezione del gusto. Lo stress lieve può aumentare l’intensità dell’amarezza e diminuire la dolcezza. I farmaci antidepressivi possono influenzare la soglia di un individuo per dolce, amaro e acido. Anche l’età e particolari patologie influiscono nel gusto e nella percezione dei colori nel piatto.
Come possiamo usare tutto questo? Come possiamo innovare e portare valore partendo da queste informazioni? Per prima cosa è necessario riconoscere l’effetto reale che le scelte alimentari possono avere sui nostri stati emotivi.
I neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina o la dopamina hanno un impatto diretto su come pensiamo e sentiamo. Bassi livelli di zucchero nel sangue influenzano il nostro livello di energia e possono causare voglie di cibo o irritabilità. Gli alimenti grassi e ricchi di zuccheri ci fanno sentire bene a breve termine, ma possono portare a uno stato negativo di salute mentale nel lungo termine, effetto che conoscono molto bene gli atleti di endurance.
I cibi divertenti possono attingere alla nostalgia o al gioco e possono coinvolgere positivamente il nostro stato emotivo. Gli alimenti con caffeina o alcool riducono o aumentano l’ansia. La lista può continuare a lungo, confermando quanto sia complessa e intrecciata la relazione tra umore e cibo.
Il risultato è che i consumatori sentono fortemente il benessere e l’espressione emotiva come parte della loro salute mentale complessiva. La cura di sé, fisica, mentale o emotiva, sta diventando significativa, specialmente con i Millennials.
Se, per esempio, prendiamo a riferimento i nordamericani, che conducono uno stile di vita olisticamente sano per “essere più felici”, rappresentano il 58% e per “sentirsi meno stressati” il 42%.
Per sostenere questi obiettivi, i consumatori stanno cercando cibo che diventi quotidianamente parte della loro routine di auto-cura. L’esperienza e la promessa emotiva di un prodotto o marchio è ciò di cui hanno bisogno per sentirsi appagati.
C’è ancora molta ricerca da fare ma ciò che è evidente – da sempre – è che gli stati d’animo possono essere modificati in molti modi diversi da ciò che mangiamo o beviamo – e viceversa.
Ecco perché apprendere qual è l’effetto di sapori diversi, e combinazioni di sapori, che può avere sui consumatori, rimane una parte integrante dello sviluppo di cibi e bevande e dei modi di somministrazione.
Relazionare tale ricerca con la creazione di un concept e del relativo format perché si possa interagire subconsciamente con un cliente finale crediamo possa rappresentare una delle prossime frontiere sulle quali lavorare anche in funzione di un consumatore che è sempre più globale.
L’esperienza delle emozioni passa anche da qui.