Dinara Kasko e le geometrie del piacere

Se è vero che si mangia prima con gli occhi è impossibile non conoscere le creazioni di Dinara Kasko, la pastry chef ucraina che non si limita a impastare: lei costruisce, edifica, disegna.

Abbiamo avuto il piacere di incontrarla per scoprire un po’ di più della sua vita e delle sue idee. Ecco cosa ci ha raccontato.

Chi è Dinara Kasko?

Sono sempre stata una persona creativa, ma la pasticceria, all’inizio, era solo un hobby. A pensarci, le mie passioni hanno sempre influenzato fortemente tutta la mia carriera. Sono sicuramente una mamma, una moglie e, solo successivamente, una pasticcera a cui piace molto viaggiare.

Come ti è venuta l’idea di applicare principi matematici (probabilmente erroneamente considerati “freddi”) a una professione così creativa e imprevedibile come la vostra?

La mia materia preferita a scuola era la geometria: sono attratta dalle linee diritte, affilate. E poi qualsiasi oggetto, anche nella sua forma più sfuggente, può essere determinato secondo alcuni principi matematici. C’è una certa “sicurezza” in questo.

Essere donna ha influenzato la tua professione?

Sicuramente voler essere un genitore presente – ho una figlia – implica fare delle scelte, sia in termini di tempo che di energie. Posso dire che, nel mio caso, la pasticceria viene in seconda posizione, dopo la famiglia, ma forse anche per questo ho puntato tutto sulla qualità e sulla particolarità delle creazioni.

Quali sono stati i “punti di svolta” nella tua carriera? E come li hai gestiti?

La “svolta”, se così possiamo chiamarla, è arrivata da un articolo pubblicato sulla rivista So Good. Da quel momento, in molti hanno iniziato a seguirmi sui social, erano interessati a quello che facevo e a come lo facevo. Per me è stato insolito e un po’ traumatico: non mi aspettavo una simile attenzione e ho fatto fatica ad abituarmi all’idea.

Ti definiresti una donna di successo? Qual è il tuo rapporto con la notorietà?

Non posso ancora definirmi una donna di successo, ma spero di essere sulla giusta strada. Non mi sono mai presentata come una “star”, conduco una vita semplice e sono ancora molti gli ambienti e i contesti nei quali non sono conosciuta o riconosciuta. Diciamo che chi ha una passione per la pasticceria sa chi sono.

Qual è la tua opinione sull’Italia e sul suo ampio settore della pasticceria-panetteria-gelato?

Ho visitato l’Italia due volte: è una meraviglia. Alcuni dei miei stampi sono stati lanciati in vendita dalla società italiana Silikomart. Credo sia un Paese all’avanguardia e ci sono molti chef di grande talento.

Sei uno chef, un designer e anche un imprenditore: quale ruolo preferisci e perché?

Preferisco essere un designer e un pasticcere. So bene che, al giorno d’oggi, se vogliamo davvero sviluppare le nostre attività dobbiamo capire su quali idee e prodotti puntare, prevedere quali risultati otterremo e studiare strategie commerciali, ma, ad essere onesti, non è la parte preferita del mio lavoro. Ecco perché credo sia meglio affidarsi a professionisti.

Se dovessi dare un consiglio a una giovane interessata a seguire le tue orme quale sarebbe?

Sarà banale, ma direi lavorare sodo. Ma prima di formarsi, investire nella preparazione, contattare esperti, è importante capire se la pasticceria è davvero il settore adatto alle proprie corde. Perché credo sia davvero una vocazione e diventa molto stancante, nel tempo, se non siamo convinti.

Vorresti aggiungere qualcosa a questa conversazione?

Sono felice che la pasticceria sia in costante sviluppo. Vorrei che le persone continuassero a creare qualcosa di bello e condividerlo. E vorrei anche che diventasse sempre più sana.

 

 

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