Cosa hanno a che fare i concorsi di design col food?

Il DESITA AWARD – Gelato Experience si è appena concluso (presto sarà decretato il vincitore!) e siamo già pronti per il lancio del prossimo contest dedicato al mondo della pizza che sarà presentato nell’ambito di TUTTOFOOD l’8 maggio 2017 alle 15, presso il padiglione 5 dell’Academy.

Esatto: il DESITA AWARD – Pizza Experience è un nuovo concorso di design pensato per mettere in contatto il mondo del food con l’anima visionaria di giovani creativi.

In occasione della presentazione, importanti esponenti del settore come Cesare Mazzetti, Presidente della Fondazione Qualivita e Roberto Sgavetta, Presidente Coop Italian Food, faranno il punto sullo stato dell’arte e sulle opportunità per il futuro.

Aziende partner che danno lustro e valore a questo progetto sono Moretti Forni, RoncadinPepsiCo Beverage Italia, Acqua San Benedetto, Molino GrassiProsecco Doc Italian Genio, Gi.Metal.

Ma proviamo a spiegare meglio le ragioni che portano DESITA – la cui mission è supportare gli imprenditori nel creare modelli di business e formule commerciali di successo – a dedicare tempo ed energia a queste iniziative “trasversali”.

Siamo partiti da tre domande fondamentali.

La prima: chi saranno i consumatori del futuro? Tutti gli analisti hanno già speso parole sul ruolo economico dei millenials e sull’importanza di comprendere nuovi trend alimentari e nuove abitudini.

È semplicemente un dato di fatto: preservata la sacralità delle nostre materie prime – forse non siamo molto interessati ai cocomeri quadrati – una certa tradizione, intesa come rifiuto di esplorare soluzioni commerciali più avanzate, da sola, potrebbe non essere sufficiente a restare sul pezzo.

La seconda domanda: gli imprenditori italiani stanno effettivamente rispondendo con forza all’aggressione del mercato globalizzato?

Ci confrontiamo costantemente con ristoratori scontenti, preoccupati, pronti a tirare i remi in barca, ma non a fare quel salto di qualità che porterebbe il loro marchio ad un livello decisamente superiore, facendo economie di scala e ottimizzando costi e tempi.

Possibile che un alimento come la pizza (che è dannatamente nostro!) non trovi nell’imprenditorialità italiana un’idea, un concept, una strategia che si dimostrino competitivi a livello internazionale? Perché non siamo noi a esportare modelli invece che accogliere quelli provenienti dall’estero, come nel caso di Domino’s Pizza?

La terza: cosa vuol dire innovare? Il concetto di innovazione è molto ampio e comprende anche la ricombinazione, in modo intelligente, di conoscenza esistente, dar vita a nuove forme organizzative o applicare prodotti esistenti ad un nuovo tipo di domanda. Insomma: serve un approccio multidisciplinare che parta da una spinta creativa – una rottura di schema – e diventi concreto col supporto di tecnici esperti.

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Innovare non vuol dire investire a caso, magari erodendo un vantaggio competitivo, ma essere pronti ad abbracciare il ripensamento di alcuni automatismi, scommettendo sui desideri di un pubblico in evoluzione.

Ci è sembrato, quindi, che favorire il networking tra la comunità degli imprenditori e quella dei creativi fosse una soluzione etica e funzionale a far nascere qualche scintilla.

Funzionale per i designer che potranno dimostrare le loro capacità, vincere un bel premio in denaro (che non guasta) e diventare protagonisti del loro stesso futuro come consumatori.

Funzionale per gli imprenditori che potranno lasciarsi ispirare dai giovani e trovare soluzioni per proseguire sulla strada dell’affermazione del Made in Italy. Oggi più che mai.

 

 

 

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