L’Iran del food a caccia di autenticità e originalità

Immaginate una metropoli con ottanta milioni di abitanti – circa il 60% sotto i trent’anni –  un livello di istruzione piuttosto elevato e una grandissima voglia di benessere, di qualità, di riscatto e avrete il quadro delle opportunità offerte da questo incredibile Paese che ama profondamente il Made in Italy.

Organizzare la seconda edizione di netFOOD a Teheran è stato fonte di ispirazione e ci ha permesso di realizzare il nostro obiettivo: creare un networking di altissimo livello per la generazione di progetti di sviluppo commerciale nel food e nel retail.

E ci ha anche confermato la complessità di un territorio le cui abitudini e i cui vincoli strutturali e psicologici sono da tenere in grande considerazione se si vuole fare strada dal punto di vista imprenditoriale.

Un esempio? La logistica: se si pensa di poter gestire gli affari con “spirito milanese” saremo presto delusi. Solo Teheran conta circa venti milioni di abitanti e la modalità più frequente per spostarsi è quella di fermare a caso l’auto di un privato, chiedergli se può accompagnarci, contrattare un minimo per il prezzo, salire e andare.

I ritardi di un’ora rispetto agli appuntamenti sono del tutto normali e questo incide sia sulla cultura della socialità e della convivialità che sull’organizzazione del lavoro e sul senso del tempo.

Lo stare in casa è un comportamento molto gradito – e un grande brand della ristorazione non potrebbe fare a meno di un eccellente servizio di delivery con accesso digitale – ma si percepisce una nuova spinta verso l’esterno, un piacere di trovarsi in luoghi di aggregazione ben studiati, comodi, attraenti e godere l’esperienza del mangiare insieme come momento di contatto che vada oltre l’alimentarsi.

Durante il seminario, che ha anticipato la cena di gala, circa 120 imprenditori e investitori locali hanno ascoltato con curiosità gli interventi dei relatori intervenuti dall’Italia.

Tra le loro priorità abbiamo riscontrato:

  • poter ragionare in termini di sviluppo a catena, non di singolo punto vendita
  • formare il personale, sia manageriale che operativo
  • valorizzare le loro materie prime all’interno di ricette adatte a palati internazionali

Per raggiungere standard europei sono disposti a mettersi in gioco e investire, tuttavia, volendo sintetizzare in una parola il bisogno profondo insito nella platea, potremmo dire di “autenticità e di originalità”.

A causa dell’embargo, oltre ai numerosi problemi legati alla circolazione della valuta, spopola l’industria del fake: nei centri commerciali – dal taglio moderno e all’avanguardia – spiccano catene di fast food senza “S” finale (McDonald), il famoso panino Subway è stato trasformato in Speedway (distorcendone il sapore, oltre che il nome) e ci si ritrova circondati da altri tentativi di imitazione piuttosto tristi che squalificano e sviliscono l’idea di foodservice in generale.

Il programma di netFOOD è proseguito con la cena preparata dallo chef stellato Marco Colleoni e dallo chef Umberto Cavina che hanno regalato un momento di showcooking molto apprezzato anche dai rappresentanti delle istituzioni e dal mondo della comunicazione e del giornalismo, non esattamente abituati a eventi di questo tipo.

Prima o poi, durante la propria carriera, si incontra qualcuno che sai ti resterà nel cuore e, anche involontariamente, ti insegnerà una lezione importante.

È successo con il titolare di un locale che, confidandosi con noi, ha rivelato la sua intenzione di voler mettere in campo tutto se stesso, la sua famiglia e le sue risorse pur di realizzare il sogno di diventare un punto di riferimento nel panorama della ristorazione italiana in Iran: “quando si parlerà di eccellenza, vorrei che tutti pensassero a me”.

Più che mai, siamo fieri di dire che la nostra mission è supportare imprese e imprenditori nei loro progetti di crescita in tutto il mondo.

 

  • DESITA.IT
  • food&retail, Home, Medio Oriente
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