Dal cartone multi-gusto al drone: il mondo della pizza evolve

E se avessi tanta voglia di mangiare una pizza e volessi trovarmela di fronte mentre sono in una spiaggia dei Caraibi? Diciamo che questo problema potrebbe essere risolto dall’innovativo progetto del designer napoletano Vincenzo Sorrentino, vincitore del DESITA AWARD – Pizza Experience 2017 . No, niente teletrasporto da film di fantascienza, ma una struttura componibile, leggera e facile da montare e smontare in poche ore: una pizzeria nomade a tutti gli effetti. “The Sail” – questo il nome dell’idea – ha l’obiettivo di “portare la pizza lì dove non te l’aspetti, ma vorresti trovarla”, ci spiega lo stesso Vincenzo durante la premiazione del 6 dicembre, in una sala gremita di giornalisti e professionisti del settore.

Norman Cescut, CEO di DESITA premia il primo classificato

Sul podio anche Nicholas Bender (U.S.A.) e Eir Rovira (Iceland) una coppia di food designer che ha studiato una tecnica all’insegna della sostenibilità e del riciclo. Ti sei appena saziato con una buona pizza e il tuo tavolo è gremito di tovaglioli usati e tovagliette varie? Nessun problema: aggiungete i cartoni usati per il delivery e il tutto sarà trasformato in mattonelle combustibili per accendere il forno.

La coppia seconda classificata con Mauro Rosati, Direttore Generale di Fondazione Qualivita

E se un semplice cartone da consegna diventasse un mini scrigno delle delizie di prodotti tipici, possibilmente DOP e IGP, per assaggiare tanti sapori diversi in compagnia? È la visione della terza classificata, la peruviana Vania Valeria Adrianzén che, con il progetto “Pizzapetite”, ha voluto risolvere il problema del mettere tutti d’accordo quando si ordina una pizza a casa e, soprattutto, ha valorizzato il momento del pasto in logica di creazione, attenzione verso il cibo e condivisione.

Menzione speciale per lo slovacco David Toth che ha studiato un contenitore aerodinamico e funzionale per il trasporto della pizza in drone, assicurando il mantenimento del calore e della fragranza del prodotto.

David Toth con Stefano Callegari, creatore del Trapizzino

I quattro progetti sono stati selezionati tra i moltissimi inviati da tutto il mondo, dopo un intenso dialogo crossmediale di DESITA con una community di designer under 35 che ne ha coinvolti più di 39 milioni e ha messo in evidenza almeno cinque trend da tenere d’occhio nei prossimi anni.

  • Pizza e Delivery.

In tutto il mondo, il mercato della distribuzione della pizza si attesta a 83 miliardi di euro, pari all’1% del mercato alimentare totale e al 4% del cibo venduto attraverso ristoranti e catene di fast food. È già maturata nella maggior parte dei paesi, con un tasso di crescita annuale complessivo stimato al 3,5% per i prossimi cinque anni. L’83% delle pizzerie offre il servizio di consegna.

  • Pizza e Ecologia e impatto ambientale

Il progetto di una pizzeria al 100% ecofriendly è la tensione progettuale che ha animato molti dei progetti proposti, volti a ridurre l’impatto ambientale dai fumi dei camini ai fumi degli scooter per il delivery, fino allo smaltimento dei resti umidi e contaminati.

  • Pizza Street Food e Nomadism

La pizza italiana come “cibo del pianeta terra” si sta sempre più consolidando, tanto da essere richiesta quale comfort food anche per i prossimi viaggi spaziali sia di missione ed esplorazione che di space tourism. Un altro prodotto italiano, dopo il caffe, è pronto per entrare in orbita.

  • Pizza e Packaging

Il packaging del futuro è già sostenibile, mutevole, digitale e potrà anche essere mangiato, trasformato in un altro oggetto, trasmesso a qualcun altro o riutilizzato per altri scopi e funzioni.

  • Pizza e Sharing

Ci dirigiamo verso un utilizzo del cibo e della pizza in modalità sharing: non solo condivisione dell’esperienza, ma anche poter avere nello spazio di consumo l’orto con le materie prime per condire la propria pizza o un packaging multi-guarnizione capace di soddisfare i gusti di tutti i presenti.

L’obiettivo del DESITA AWARD – Pizza Experience, la cui seconda edizione sarà lanciata a maggio 2018 presso La Città della Pizza e la Milano FOODWEEK , è proprio quella di stimolare l’innovazione e il prestigio intorno all’alimento più conosciuto del mondo, simbolo dell’Italia, il cui forte legame con una certa tradizione ha spesso penalizzato la sperimentazione di nuove modalità e strumenti per rapportarsi con un consumatore che evolve e che assapora la pizza ovunque.

Le proposte dei designer – e il confronto con loro – ci hanno confermato che, in quanto italiani, tendiamo a dare per scontata l’esperienza di fruizione di questa icona del food, ma la verità è che un giapponese o un indiano non sanno neanche afferrare un trancio fumante senza ustionarsi o far crollare a terra il condimento e ragionare su questi piccoli-grandi elementi può fare la differenza se, come imprenditori, puntiamo a un cliente felice.

In un’economia globalizzata, per il sistema-paese, è fondamentale imparare a creare dei format, dei prodotti, delle esperienze di consumo in grado di esaltare le nostre risorse e i nostri fiori all’occhiello a livello internazionale, ancora di più adesso che il know how del pizzaiolo napoletano è stato riconosciuto patrimonio dell’Unesco.

Pensiamo che i creativi l’abbiano capito perfettamente perché alla domanda: “siete semplici appassionati di pizza o volete cambiare il mondo?” la risposta di tutti è stata perentoria: “entrambe le cose, naturalmente!”

 

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