Food innovation: non solo delivery

 “L’alimentare è l’unico settore dell’innovazione dove, come italiani, non siamo followers, ma primi della classe. Il cibo italiano non è solo pizza, spaghetti, cappuccino, ma un ecosistema integrato a cui tutto il mondo guarda”, parola di Paola Garibotti, responsabile dei piani di sviluppo Unicredit che, durante l’Agritech innovation day, ha consentito a diverse start-up italiane di presentare le proprie proposte a una platea di imprenditori e investitori.

Le opportunità economiche e professionali derivanti da questo settore, grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, sono davvero numerose e sarebbe svilente che nell’immaginario collettivo ristagnassero solo le sinistre notizie sui fattorini sottopagati di realtà come Deliveroo o Foodora.

Insomma, innovare non significa solo importare modelli di business fioriti oltreoceano. Va bene cavalcare la tigre, ma in ballo c’è molto di più e va pensato, integrato e fatto crescere senza appiattirsi sulle logiche delle economie di scala.

Aggiunge Sara Roversi, esponente di spicco della food innovation: “Tutti parlano di business model, business plan e della loro sostenibilità e capisco che, dal punto di vista di un investitore, sia un elemento centrale per decidere se finanziare o no un progetto. Ma io sono un’imprenditrice e ho una visione diversa: bisogna essere capaci di cambiare strategie giorno per giorno, anche in base a un istinto che c’è o non c’è”.

Food innovation la tipa

Tra i fattori che andrebbero considerati, con un occhio al futuro, ci sono, ad esempio, quei trend culinari che si ipotizza possano lasciare particolari tracce nelle nostre abitudini di consumo (la sostituzione dell’olio di palma, per dirne una).

Ecco che una start-up della provincia di Perugia, Midapiù, ha creato e brevettato un grasso solido, a base di olio di oliva non idrogenato, senza allergeni né conservanti e a basso contenuto di colesterolo, che mira proprio a sostituire il famigerato olio di palma nella preparazione dei prodotti da forno, senza alterarne il gusto o la consistenza.

Ulteriori esempi virtuosi sono offerti da Wenda, azienda bolognese che ha realizzato un sistema per tutelare la qualità e l’autenticità delle bottiglie di vino attraverso un’app e Horta che ha sviluppato una piattaforma per il supporto alla gestione intelligente delle colture e la condivisione di informazioni dedicate agli agricoltori.

Aspetto chiave dell’innovazione food-oriented, infatti, è proprio la conoscenza: dai programmi di formazione per preparare i nuovi manager a 360° ai movimenti culturali volti ad esplorare il tema della nutrizione nella sua complessità socio-culturale.

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Proprio all’interno di questa filosofia, a cavallo tra business e cultura, si collocano iniziative come il DESITA AWARD – gelato experience: concorso internazionale di design che intende portare valore nel settore, attraverso il coinvolgimento di giovani creativi under 35.

Un approccio “laterale”, non scontato, per raggiungere l’obiettivo comune: alimentare l’innovazione e valorizzare il made in Italy in tutto il mondo.

 

 

 

 

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